Un luogo da cui partire, un luogo in cui ritornare.
La casa sulla collina, tra i campi, resta sospesa in un lento divenire dopo una partenza.
Entrando, scorgendone gli interni, l’idea che non sia stata abbandonata.
Quella piccola dimora continua a vivere, portando su di sé i segni del tempo, vissuto qualche volta tra fatica e speranza, tra spazi sconfinati di chi va e le stanze abitate di chi resta.
Nei preparativi di una colazione, nei piccoli gesti di ogni giorno, qualcosa irrompe con la sua vivacità: il rosso dei papaveri.
È la stagione primaverile l’auspicio, il possibile tempo del ritorno.
In un’ultima inquadratura, la casa in controcampo, tra i prati scarlatti, chiude circolarmente la sequenza, come nello sguardo di chi, tra realtà e sogno, può farvi ritorno.